Testimonianze Di don Italo: dicono di lui
Mi ha voluto veramente bene e quando la sera gli prendevo la macchina, per uscire con i miei amici, a Reggio mi diceva "Mi raccomando non più di 16 ragazze per volta perché se no gli ammortizzatori si rompono".
Era presente senza farsi vedere.
Ti leggeva nel pensiero.
Sempre discreto.
Prima di sposarmi lo invitai a Fabriano (Ancona) per celebrare il mio matrimonio.
Perdonatemi ma quello che c'è scritto in quella lettera è solo mio e quindi non scriverò altro.
Stava già male e mi scrisse una lettera dove credo mi abbia lasciato il suo testamento spirituale. Tra le fortune della mia vita questa è tra le più forti e formative.
"È stato come un padre"
Don Italo era una persona eccezionale, molto aperta. Giocava e scherzava con
noi.
Era sempre attivo. Di tanto in tanto ci dava qualche ceffone o una sgridata.
Quasi tutti i fine settimana veniva al Centro, pranzava con noi e la domenica
pomeriggio celebrava la Messa. Veniva con noi anche quando andavamo a Cucullaro
sulla neve.
Lui era il perno degli educatori e aveva molta fiducia del lavoro che
svolgevano.
Era come una grande famiglia.
Se don Italo mancava per un periodo, per impegni con la diocesi, noi lo
aspettavamo con ansia.Spesso veniva a trovarci insieme al vescovo e passavano l'intera giornata con
noi.Mi ricordo che una volta venendo a Pilati, al bivio, don Italo ebbe un
incidente stradale.
Fu trasportato all'ospedale di Melito e io mi recai lì insieme agli altri
ragazzi per fargli visita.
Le sue condizioni non erano molto piacevoli però, grazie a Dio, si è ripreso
dopo una lunga degenza e riprese il suo cammino insieme a noi.Quando si ammalò, noi ragazzi, insieme agli educatori e al gruppo dell'Agape,
eravamo accanto al suo letto per confortarlo.
Una notte, mentre eravamo a casa sua, è deceduto sono i nostri occhi.
Prima di morire chiamò i suoi fidatissimi educatori per raccomandare loro di
non abbandonare i bambini del Centro Giovanile e delle altre opere.
Per me don Italo è stato come un padre.
Mi è rimasto impresso e me lo porterò nel mio cuore.
Mi ha dato la possibilità di crescere e di prendere una buona strada per la mia
vita.
"Ha saputo dare un senso alla mia vita"
Prima di arrivare al Centro ero in un istituto gestito da suore e posso dire,
di cuore, che l'essere arrivato al Centro mi ha fatto capire veramente cosa
significa soffrire e nello stesso tempo essere felice.Io non ho mai avuto l'affetto di mia madre perché fin da piccolo sono stato
rinchiuso al "Fondo Versace", poi a Prunella ed infine, la mia
salvezza, a Pilati.Ho conosciuto tanti ragazzi, anche meno fortunati di me, che insieme a me hanno
condiviso gioie e dolori.
Grazie ad una persona che adesso non c'è più, don Italo Calabrò, che per me è
stato la vita e la salvezza, ora io ho una bella famiglia.Mi sono sentito più che a casa mia e spero di vivere tanto per ricordare sempre
don Italo che ha saputo dare un senso alla mia vita.
Salvatore B.
Testimonianze di Oggi
"Ringrazio prima di tutti Dio che ma dato questo destino ,che mi ha fatto seguire questa strada e mi ha fatto conoscere gente fantastica. dico grazie a tutti gli educatori e educatrici del centro giovanile per quello che avete fatto per me; mi avete dato metà della mia vita, perchè io non sapevo ne leggere ne scrivere..non posso scrivere tutto, ma sono tante le cose che ho da raccontare ..grazie infinitamente al centro giovanile di Melito Porto Salvo vi porterò sempre nel mio cuore.."
Sadjo(ex MSNA, oggi ha 21 anni , lavora e studia ed è prossimo al conseguimento del diploma nel comune di Melito porto Salvo ) usufruisce della nostra "Casa dei Giovani"